giovedì 30 settembre 2010

la sequenza strana di Ghirri

"lo studio Morandi a Grizzana", 1989, Luigi Ghirri

Le fotografie di Luigi Ghirri hanno influenzato una generazione e la loro apparente semplicità si inserisce in un modo di pensare la fotografia che diventa un grande mosaico, un grande progetto di visione del mondo.
In questo passo Ghirri elenca quella strana sequenza di oggetti, comuni, quotidiani, ma sopratutto quei frammenti un po' misteriosi che si incastrano per delineare un paesaggio intimo e familiare.

lunedì 27 settembre 2010

passato nel presente

"Berlino. Zhukov sui gradini del Reichstag", Sergey Larenkov

Il fotografo russo Sergey Larenkov utilizza una tecnica che si chiama computational rephotography, che consiste nello scattare una foto precisamente dalla stessa angolazione e prospettiva di un'immagine già esistente, per poi sovrapporre le due immagini.

Larenkov ha lavorato su immagini storiche della seconda guerra mondiale di Berlino, Praga, Vienna e su quelle dell’assedio di Leningrado (oggi San Pietroburgo), sovrapponendole a immagini scattate sessantacinque anni dopo quelle originali.

sabato 25 settembre 2010

FALLO! (imperativo di "fare")

Penso che l'arte non debba guardare troppo a sè stessa, autorefenziarsi al punto da autoghettizzarsi e finire per ritagliarsi il suo nido ovattato nella società. L'arte deve ritornare a essere dirompente, a muovere e colpire per migliorare il mondo e la vita delle persone.
Non può permettersi di lasciare che l'inutilità e lo snobismo dell'intellighenzia la uccidano.

... l'arte torna a colpire.

mercoledì 22 settembre 2010

dov'è finita Biancaneve?

In Toscana, e finalmente anche a Firenze, l'arte comincia a togliersi di dosso un po' di polvere e riconquistarsi un primato che ha sempre avuto nella sua storia, ovvero essere al centro del dibattito, togliendo un po' di attenzione al noioso e deleterio gossip quotidiano.

Ecco una bella provocazione, divertente e a doppio taglio per chi non sa esserne all'altezza.

Si vede apparire una statuetta di Biancaneve sul Lungarno Vespucci di Firenze ad opera di un fantomatico gruppo chiamato i Pop Artisti Rinascimentali. Dopo poche ore i vigili del fuoco la stavano già rimuovendo...
A volte mi chiedo perchè ci mettono settimane a rimuovere i divani o i frigoriferi lasciati ai lati dei cassonetti, ma vabbè, forse l'arte (se così si può chiamare) fa più paura.

mercoledì 15 settembre 2010

Istinto o metodologia?

Trovo assolutamente perfetto questo scritto di Ferdinando Scianna, che con la sua colta e chiarissima dialettica discute di un punto fondamentale dell'approccio fotografico.

Quando si fotografa si fa d'istinto o in base ad una metodologia?

Questa domanda se la pongono tutti coloro che si avvicinano alla fotografia. Rispondere non è facile, sentiamo cosa dice uno dei più grandi fotografi italiani, Ferdinando Scianna, che ha risposto a questa domanda posta da un gruppo di studenti del SUPSI di Lugano il 21 febbraio 2003.

lunedì 13 settembre 2010

le coltivazioni di esseri umani

"Two million home for Mexico", Livia Corona

Mi ha colpito molto oggi scoprire il lavoro "Two Million Home" della fotografa messicana Livia Corona (www.liviacorona.com).

La Corona giustamente indaga il rapporto tra urbanizzazione e vivibilità, riflettendo sulle conseguenza della politica abitativa messicana dal 2001.

giovedì 9 settembre 2010

Non c'è ma si vede



Come tutti sappiamo, le alluvioni nel Pakistan hanno prodotto una marea di sfollati e l'emergenza viene definita di entità superiore a quella del terremoto del 2004 nell'oceano indiano.
Per scuotere un'opinione pubblica un po' addormentata, orde di fotografi e numerosi quotidiani stanno alzando il livello di drammaticità degli scatti inviati e pubblicati.

Un caso secondo me è la foto che figura in prima pagina sul Guardian di domenica 5 settembre, ormai divenuta un simbolo della tragedia.

martedì 7 settembre 2010

Quanta fatica...

"wearing another dress for you", 2009

Il caldo, lo stress e la stanchezza che si fa sentire prima della meritata pausa estiva.

Quale miglior momento per pensare più a fondo alla fotografia?
Mi è capitato recentemente di partecipare ad una lettura portfolio. Non voglio tralasciare il fatto che quasi sempre vincono serie fotografiche di taglio reportagistico/sociale, in luoghi di guerra e situazioni drammatiche o di distruzione. Non voglio tralasciare questo fastidio perché sebbene una qualche crescita e modernizzazione nel genere reportagistico si è anche vista negli ultimi anni, penso che la fotografia non si debba limitare solo a questo e non si debba sempre e per forza adagiare sul già comodamente e collettivamente approvato.
La fotografia concettuale merita uguale dignità e attenzione, anzi forse richiede maggiore attenzione e sforzo di comprensione per la sua natura difficile.

Mi è capitato di portare una serie fotografica concettuale (ma guarda un po'...) alla lettura di qualche critico fotografico.

venerdì 3 settembre 2010

La fotografia inganna

Quando ho visto la prima volta questa fotografia di Oliviero Toscani in bella mostra sul Corriere della Sera qualche dubbio mi era venuto, ma considerando la rispettabile iniziativa non ho approfondito, sebbene conoscessi piuttosto bene quella zona di Pisa.
Adesso leggendo questo articolo de Il Post scopro che il mio dubbio era fondato e che ho fatto male a non approfondire. La fotografia come riportato dall'autore del pezzo, non è falsa ma è falsata, perché utilizza un teleobiettivo che appiattisce tutto.

"...un capannone e tanto cemento che coprono la Piazza dei Miracoli, è una foto scattata con un teleobiettivo così potente che avrebbe potuto appiccicare il mare al monte, la Terra alla Luna (tra il capannone in primo piano e la Torre ci sono molte centinaia di metri e tra le altre cose una stazione ferroviaria, un paio di grandi parcheggi, una quantità di strade, un cimitero, molte case e giardini, una piazza, le mura urbane).Non è falsa, è falsata. Serve a farsi tornare un ragionamento che in sé è sacrosanto ma, proprio per questo, dovrebbe evitare semplificazioni e inganni."