martedì 12 giugno 2012

il ritratto del poeta


Il prossimo mercoledì 13 giugno, alla galleria Obiettivo Reporter di Milano, si inaugura la mostra collettiva Self Portrait. Insieme ad altri autori espongo Il ritratto del poeta.
"E' l'antidoto, la poesia, al dolore, quella parte essenziale della vita. Parla di qualcosa che non conosciamo ma ci servirà al momento opportuno."

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Di solito non uso il blog per segnalare i miei progetti, non ho mai parlato del tour per le città italiane del mio lavoro più complesso, Phantasmagoria, ma del nuovo piccolissimo lavoro sul poeta faccio un breve accenno.

Il prossimo mercoledì 13 giugno 2012, alla galleria Obiettivo Reporter di Milano (via Natale Battaglia, 34), si inaugura la mostra collettiva Self Portrait.
Insieme ad altri autori espongo Il ritratto del poeta, tre fotografie, tre ritratti come chiedeva il tema del concorso, che poi ho vinto. Sarò presente all'inaugurazione, dalle ore 18. La mostra termina il 30 giugno.

Il trittico del poeta è il ritratto dell'immaginazione (il copricapo arcobaleno), delle passioni (le fiere urlanti) e della conoscenza (la stella bianca).
E' l'antidoto, la poesia, al dolore, quella parte essenziale della vita. Parla di qualcosa che non conosciamo ma ci servirà al momento opportuno.

il copricapo arcobaleno (l'immaginazione) - Sandro Rafanelli

le fiere urlanti (le passioni) - Sandro Rafanelli

la stella bianca (la conoscenza) - Sandro Rafanelli


Il testo di presentazione della curatrice Sara Munari.

L’autoritratto è sicuramente un’indagine della quale il mezzo fotografico si è appropriato, è una sfida interessante che quasi tutti gli artisti hanno colto, da sempre. L’interessamento per l’autoritratto ha inoltre incuriosito molti studiosi che hanno proposto svariate tesi per comprendere individualità, carattere, psicologia umana e culturale.
Gli autori esprimono i propri sentimenti attraverso la “certezza” della fotografia, loro mezzo di verità. L’artista che opera attraverso l’auto-ritratto è autore di pensieri visuali che egli stesso inserisce nell’immagine assumendone la personalità. Autoritrarsi è mostrare la parte più intima, è rivelare la percezione di sé stessi il che è sicuramente un’operazione difficile.
L’autoritratto, va direttamente alla genesi e nel caso della fotografia ci va nel modo più veloce, gelando il momento dell’immagine come di fronte ad uno specchio ed intraprendendo un raffronto tra il sé analizzato ed il sé dei propri pensieri, due distinte entità che coesistono in qualche caso l’una all’insaputa dell’altra.
L’Io raffigurato è probabilmente la liberazione del pensiero di sé come impulso spontaneo, ci si mette a nudo, ci si espone ad altri sguardi. Ma di questi autori vediamo davvero l’animo? Ci si può mostrare attraverso lo scatto fotografico? Sicuramente vediamo quello che gli autori credono di essere o perlomeno vorrebbero essere.
Augusto Pieroni definisce l’autoritratto “pratica obliqua”, riferendosi “al gioco di specchi Rembrandtiano che fa di questo genere uno strumento di autoanalisi e di terapia per riportare ad unità, per quanto aperta e problematica, la molteplicità di identità che l’uomo amministra in sé e per gli altri. La fotografia ha arricchito questo filone grazie al dispositivo lente-otturatore che istiga a mettere in posa l’Ego, a sceneggiarlo, offrendo una ben conscia bugia in pasto al tradizionalmente sincero e trasparente mezzo fotografico...” (Scritti recenti: (Auto)ritratto: fra rimeditazione e rimediazione dell’identità fotografica)
Questa forma di espressione dipende esclusivamente da sé stessi, se il risultato non convince è esclusivamente colpa propria, per questo si può riprovare, fino a descrivere la propria immagine esattamente come la si voleva/vedeva.
Per questo mi hanno colpita gli autoritratti di questi autori, nessuno di loro riguarda minimamente il cogliere l’attimo fotografico, nessuno di loro sembra attratto dall’hic et nunc, forse imperfetto, mosso, mal composto, con la cognizione che non si ripeterà più uguale, nessuna di queste immagini interpreta situazioni fuggenti e labili.
Sono tutti studi sulla propria persona (esteriormente) e personalità. Ognuno degli autori ha letteralmente interpretato sé stesso, con un criterio quasi pittorico, con la possibilità di toccare e ritoccare il risultato.
Se questo ritrarsi sia privo di significati sostanziali o rappresenti effettivamente il raffigurato, non interessa, fattore importante è poter vedere quello che ogni artista ha da dire di sé.
Sara Munari (Curatrice e fotografa)



La pagina ufficiale sul sito di ObiettivoReporter.
www.sandrorafanelli.com

Una volta potrei anche dedicare un post alle sognanti e cupe atmosfere di Phantasmagoria...

1 commento:

  1. Grazie a Sara Munari e a tutti i ragazzi che hanno esposto insieme a me, Carmelo Barbagallo, Perez Tonella, Valentina Cusano, Monica Moretti, Carola Ducoli. E' stata una bellissima serata, piacevole e interessante.
    Per certi versi anche surreale vista la presenza di Fabrizio Corona, modelle e paparazzi :-)

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